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sabato 20 giugno 2015

Professor X - Parte VI

“No” risposi immediatamente.
“Allora perché sta andando via come una ladra in punta di piedi?” aggiunse con tono di voce inquisitorio.
“Oggi devo uscire prima, ho un impegno” risposi.
“Perché non me l’ha detto subito? Ci fermiamo anche noi!” disse tranquillamente come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Pensavo che stesse scherzando, ma nello stupore generale posò il gesso, prese il soprabito e andò via. Mi seguì fino al parcheggio, poi entrai in macchina e lui rimase a guardarmi mentre mi allontanavo ancora in preda al panico.
Feci l’esame ben quattro volte prime di ottenere un voto intermedio.
Non ero bella e non ero più desiderabile di qualsiasi altra ragazza, ma l’idea di non essere riuscito a soddisfare il suo ennesimo capriccio lo aveva spinto a punirmi.
All’appello di giugno si rifiutò di valutare il mio scritto dicendo che avevo una grafia che lo disturbava. All’appello di fine luglio mi bocciò perché disse che nella risposta ai quesiti ero stata troppo prolissa. All’appello di settembre andai via scandalizzata prima ancora di sedermi e scrivere il mio nome sul foglio.
A ottobre finalmente ebbi quella sua maledetta firma.
Giugno e Luglio erano stati due appelli accessibili, conoscevo la materia e pensavo di aver superato la prova a pieni voti, ma non fu così. Quando andai a vedere i risultati affissi in bacheca lui era lì a scrutare la mia reazione e io trattenni per ben due volte le lacrime perché non volevo dargli la soddisfazione di vedermi piangere.

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