Quest'anno il carnevale arriverà il prima del solito, per cui è tempo di preparare i tradizionali dolci: le chiacchiere.
C'è chi le chiama 'frappe', chi le chiama 'cenci', chi li chiama 'crostoli' o 'bugie' e chi come me le chiama semplicemente chiacchiere.
Le ricette sono tante, ma l'aspetto bene o male è sempre lo stesso.
Sono dolci molto semplici da preparare, basta avere una macchina per stendere la pasta o saper lavorare col mattarello.
Anche per le chiacchiere, così come per altri argomenti, ho un aneddoto da raccontare, ma per iniziate eccovi una splendida ricetta:
CHIACCHIERE:
-60 g di burro o strutto (io uso lo strutto, a differenza dello burro le rende più croccanti)
-1 bacca di vaniglia o una bustina di vanillina (io preferisco la bacca di vaniglia)
-1 bustina di lievito vanigliato
-60 g. di zucchero (preferibilmente vanigliato ma va bene anche 'fino')
- 1 pizzico di sale
Quando l'impasto sarà correttamente riposato tirate la sfoglia con la macchina per la pasta e dopo aver ottenuto delle strisce di impasto sottile, tagliatele e friggetele dando loro la classica forma del tipico dolce di carnevale.
Friggete infine le vostre chiacchiere in una bella padella con olio portato alla temperatura di circa 180° e quando sembreranno dorate togliete e disponetele in un contenitore con carta 'assorbi-olio'.
Solo quando le chiacchiere saranno fredde disponetele in un vassoio e cospargetele di zucchero a velo, poi mangiatele!!!
Le chiacchiere sono un dolce che richiedono un procedimento lungo, ma semplice da eseguire, basta avere solo pazienza, un po' di tempo libero e una casa da poter arieggiare dopo la frittura!!!
Quando abitavo a Roma non avevo una casa ampia e arieggiata, non avevo una padella grande, non avevo una macchina per la pasta e nemmeno un mattarello!
Se non hai l'attrezzatura finisci per optare per l'acquisto di un vassoio di dolci in un forno o in una pasticceria a meno che qualcuno non decida di regalartele.
Lavoravo in una boutique del centro come seconda cassiera e un giorno, una cliente abituale, in prossimità del carnevale omaggiò lo staff del negozio.
Non sono mai stata una grande fan delle castagnole, ma le chiacchiere sono sempre state il mio debole.
La gentile cliente portò al negozio un vassoio di dolci, era un gesto carino, ma le persone a volte nascondono dietro la gentilezza le loro piccole rivincite per una vita ricca di frustrazioni e di scarsa autostima.
La signora in questione era la direttrice di uno dei più importanti centri italiani di doppiaggio cinematografico.
Era una donna molto falsa, dispensava sorrisi, ma dentro come dicono i romani "Le rodeva", persino la sua presunta eleganza era finta, oserei dire che nascondeva grossolanamente la sua estrema rozzezza.
Non aveva mai avuto una conversazione con me, nessun confronto, mai una parola e a dire il vero non rispondeva neppure ai miei saluti di cortesia.
Per un lungo periodo pensai che fosse sorda, poi una delle mie acide colleghe mi illuminò!
Per un lungo periodo pensai che fosse sorda, poi una delle mie acide colleghe mi illuminò!
'Le ero antipatica' aveva spiegato alla Direttrice del negozio, per cui le aveva confessato di non voler avere alcun contatto con me.
Ancora oggi se ci penso mi rendo conto che la follia umana non ha limiti, poi mi torna in mente una celebre frase di Albert Einstein e forse non è di follia che stiamo parlando "Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi!"
Ancora oggi se ci penso mi rendo conto che la follia umana non ha limiti, poi mi torna in mente una celebre frase di Albert Einstein e forse non è di follia che stiamo parlando "Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi!"
Ma torniamo a quel benedetto vassoio di dolci...
La signora Ivana portò il martedì grasso del lontano 2006 un vassoio di dolci e lo diede alla Direttrice del negozio raccomandandosi che fosse consumato durante la mia ora di pausa perché non voleva che io mangiassi nulla di ciò che lei aveva pagato!
Domanda: si può essere più stronzi?
Le mie colleghe eseguirono i suoi ordini e quando tornai dal mio consueto break trovai il vassoio vuoto nel cestino della spazzatura, non ci feci caso, poi alle 7.30 quando terminai il mio turno di lavoro andai nella pasticceria migliore di Roma e comprai un vassoio enorme di chiacchiere.
La sera a casa lo mangiai con gusto davanti al televisore in compagnia di quello che è diventato poi mio marito.
La sera a casa lo mangiai con gusto davanti al televisore in compagnia di quello che è diventato poi mio marito.
A distanza di tempo ogni volta che vedo le chiacchiere nella vetrina di una pasticceria penso a quella donna e non posso che provare pena per una donna di quasi 60 anni che manifesta la sua antipatia per una ragazzina facendo grossolani dispetti.
Non volevo i suoi dolci, ma mi aspettavo un po' di intelligenza da una donna che si atteggiava a regina del mondo e che ricopriva un ruolo di prestigio in una società moderna ancora schiava di un arcaico concetto di ceto sociale.
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